sabato 17 dicembre 2016













               SOPHIE

Sophie mi chiede coi suoi occhi tristi
di leggerle le storie dei poeti
che parlano di soli crocifissi
a testa in giù. Le faccio una carezza
prima di cominciare a declamare
(io che non ho memoria) a voce alta
scoppi di versi muscolosi ed urli
di bimbi già cresciuti. Majakovskij
le piace ma Pavese ancor di più.
Sophie mi tratta come se io fossi
davvero il suo padrone e il suo mantello
tricolore pezzato, lustro e bello,
un tappeto volante su cui andare
a svegliare le amanti trasparenti
di nebbia, verso l'alba, lungo il fiume.
Poi s'accuccia e mi sogna, o meglio sogna
di stelle colorate e mari grigi
dove sdraiare la felicità.

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