SOPHIE
Sophie mi chiede coi
suoi occhi tristi
di leggerle le
storie dei poeti
che parlano di soli
crocifissi
a testa in giù. Le
faccio una carezza
prima di cominciare
a declamare
(io che non ho
memoria) a voce alta
scoppi di versi
muscolosi ed urli
di bimbi già
cresciuti. Majakovskij
le piace ma Pavese
ancor di più.
Sophie mi tratta
come se io fossi
davvero il suo padrone
e il suo mantello
tricolore pezzato,
lustro e bello,
un tappeto volante
su cui andare
a svegliare le
amanti trasparenti
di nebbia, verso
l'alba, lungo il fiume.
Poi s'accuccia e mi
sogna, o meglio sogna
di stelle colorate e
mari grigi
dove sdraiare la felicità.
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